Castigliole d’Asti, la città dei castelli

Potete iniziare questo viaggio provenendo da Asti lungo la SS 231, uscire all’altezza di Isola d’Asti e proseguire lungo la SP 59 per arrivare a Castigliole d’Asti. Di questo borgo si ha notizia fin dal 1041, ma esso si ingrandì quando nel 1255 la vicina Loreto fu distrutta dalla città di Asti. Fu conteso dai Guelfi e dai Ghibellini di Asti in lotta fra di loro ed infine nel 1315 passò alla Famiglia degli Asinari, i quali dopo qualche anno si sottomisero ai Savoia per non sottostare al dominio di Asti. Così Castigliole rimase per sempre territorio governato dalla Famiglia dei Savoia. Proprio a causa di queste frequenti lotte tra fazioni nel borgo e nel suo territorio furono costruiti diversi castelli per scopo difensivo contro i nemici: Castello di Castigliole, Castello di Burio, Castello di La Motta ormai scomparso. Monumenti di interesse artistico del borgo sono il Castello e la Chiesa di Nostra Signora di Loreto. Conclusa la visita potete ritornare indietro alla SS 231 e uscire all’altezza della SP 50 per arrivare a Neive.

Castigliole d’Asti: il Castello

Neive, “borgo medievale”

Secondo la tradizione il nome della cittadina deriverebbe dalla Gens Naevia romana, che possedeva quel territorio nel I secolo a.C. Ma la sua struttura urbanistica risale al Medioevo quando furono costruite mura di difesa ed ancora oggi il centro abitato mantiene l’impianto di quell’epoca che gli ha fatto meritare il giudizio di uno dei borghi più belli d’Italia. Fu feudo di diverse famiglie, tra le quali si distinse quella dei De Revello. Neive fu contesa nella lotta tra Asti e Alba, ma nel 1242 diventò territorio di Asti e con le sue mura assunse un ruolo importante nella difesa del territorio. Nel 1531 fu annessa al Ducato di Savoia che la mantenne sotto il suo dominio, tranne qualche breve periodo legato ai conflitti con la Francia, fino all’Unità d’Italia. Monumenti importanti di Neive sono la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e la Torre dell’Orologio. Finita la visita recatevi alla vicina Barbaresco, presso la sede dell’Azienda Vinicola Gaja.

Neive: Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Storia del Barbaresco

Il Barbaresco è uno dei grandi vini italiani ottenuto dal vitigno Nebbiolo che domina la viticoltura piemontese. Si comincia a trovare questo vino già nel 1870, ma la sua data importante è il 1926, quando si stabilisce con precisione la zona di produzione che comprende i comuni di Barbaresco (che gli dà il nome), Neive, Treiso e una piccola parte del territorio di Alba. Ricevuta nel 1966 la DOC (Denominazione di Origine Controllata) che diventa nel 1980 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), il Barbaresco presto conquistò i mercati italiano e internazionale, gareggiando in qualità con i grandi vini francesi bordolesi e borgognoni. Il Barbaresco entra in rapporto con l’altro grande vino piemontese, il Barolo, perché deriva dallo stesso vitigno, il Nebbiolo, e si produce lungo la riva sinistra del fiume Tanaro poco più a Nord di Alba, mentre il suo vicino si produce a sud di quella città. Le differenze sono dovute alle caratteristiche dei terreni di produzione: quelli del Barolo presentano componenti di calcare e di tufo, mentre quelli del Barbaresco sono sabbiosi e ricchi di marna. Un’altra differenza si presenta nel metodo di invecchiamento: il Barolo deve avere un invecchiamento di 38 mesi (oppure 62 per la Riserva) e deve rimanere almeno 18 mesi in botti di legno; il Barbaresco invece un periodo di 26 mesi (50 per la versione Riserva), 9 dei quali in botti di legno. I due vini per tali motivi presentano profumi e sapori diversi, più “ruvido” il Barolo, meno deciso il Barbaresco.

Vigneti intorno a Barbaresco

Caratteristiche del Barbaresco

Per riassumere quanto detto prima, si precisa che il Barbaresco si produce solo con uve del vitigno Nebbiolo, ha un colore rosso granata che tende all’aranciato, un profumo intenso ma piacevole e un sapore delicato ed armonioso. Si mette in commercio non prima dei 4 anni e deve avere una gradazione minima di 12,5, ma normalmente raggiunge i 14-14,5 gradi. Il Barbaresco, come tutti i grandi vini, si può invecchiare fino a 25 anni ed oltre.

Abbinamenti

Il Barbaresco è un vino corposo che si abbina agli arrosti di carni rosse, selvaggina, faraona arrosto e formaggi molto stagionati. Considerata la vicinanza ad Alba e la fama del tartufo bianco della zona, molti chef consigliano l’abbinamento con piatti a base di tartufo, come il filetto con porcini e tartufo.

Filetto con porcini e tartufo

Storia dell’Azienda Vinicola Gaja

L’Azienda Vinicola Gaja fu fondata nel 1859, ma il grande successo dei suoi vini si deve ad Angelo Gaja che ha saputo sfruttare al meglio le qualità del Nebbiolo e le caratteristiche ambientali delle Langhe. Egli ha deciso di selezionare meticolosamente le uve diminuendo la resa per ottenere da acini perfetti il migliore effetto gustativo del vino. Ha saputo scegliere un calibrato equilibrio di botti grandi e di barrique per l’affinamento a tutto vantaggio di una maturazione delicata ed armoniosa. L’Azienda con i suoi 92 ettari produce un vino di eccellente qualità che ha conquistato i mercati internazionali. Nel 1985 il Barbaresco Gaja è stato giudicato il miglior vino del mondo ed Angelo Gaja ha conquistato la copertina di aprile 2024 di Wine Spectator con il titolo “Angelo Gaja, campione del vino italiano”. L’Azienda Gaja accoglie appassionati in visite di degustazione di un eccezionale Barbaresco che anche voi potete apprezzare prendendo appuntamento per un’esperienza gustativa indimenticabile.

Importanti produttori di Barbaresco

Azienda Vinicola Gaja
Azienda Vinicola La Ca’ Nova Di Rocca
Azienda Vinicola Giordano Paje
Azienda Vinicola Musso
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