Un viaggio sulla Transiberiana è un’avventura unica: per questo ho deciso di raccontarvelo anche se risale al maggio 2012.
Con la sua lunghezza di 9.288 km la Transiberiana è la ferrovia più lunga del mondo; essa collega la capitale russa, Mosca, alla città di Vladivostok, che si affaccia sul Mar del Giappone.
Nel suo lungo tragitto attraversa ben 7 fusi orari.
Abbiamo percorso il tratto da Irkutsk a Vladivostok: il tempo a disposizione non ci ha consentito di partire da Mosca.
Abbiamo raggiunto Irkutsk, che dista 5.185 km da Mosca, in aereo.
Irkutsk
È situata sul fiume Angara, vicino al lago Bajkal.
Il centro è costituito dalla piazza delle tre cattedrali: la cattedrale dell’Epifania, la Chiesa del Salvatore e la chiesa Cattolica.
In questa piazza si trova anche il monumento ai Cosacchi a cui si devono le origini della città.
Splendide case in legno, che i nuovi ricchi fecero impreziosire da schiere di falegnami e abili intagliatori, caratterizzano fortemente la città.
Il lago Bajkal
Da Irkutsk, accompagnati dalla nostra guida, ci siamo avviati verso il Bajkal, la riserva d’acqua dolce più grande del mondo che rappresenta ben il 23% di acqua dolce presente sul pianeta Terra. Detiene anche il primato per la sua profondità presentando una depressione massima di 1600 metri.
Dopo un breve tragitto il lago è apparso in tutta la sua maestosità, ancora in parte gelato. Il tocco dell’acqua gelida ci ha consentito di toccare con mano il freddo che emanava tutt’intorno. Il sole che splendeva in una bellissima tiepida giornata riusciva però a tratti a far sentire il suo live tepore.
Uno spettacolo da mozzare il fiato nel silenzio assoluto, rotto solo dal rumore del ghiaccio che si rompe.
L’apoteosi è stata raggiunta dopo la lunga salita al punto panoramico da dove si domina uno scorcio del lago: alla luce del sole ancora alto, dopo le 19.00, l’estensione a perdita d’occhio del lago, in parte ricoperto dal ghiaccio con le cime innevate delle montagne sullo sfondo, costituiva una visione talmente suggestiva da non volersene più staccare.
Prima di lasciare il lago abbiamo acquistato, presso il caratteristico mercatino, il buonissimo omul’, un pesce essiccato tipico del Bajkal.
La mattina seguente abbiamo preso il treno, diretti a Ulan Ude, un viaggio di poche ore. La stazione di Irkutsk, la più sontuosa di tutta la Siberia, una vera e propria reggia di colore bianco-azzurro-verde, venne costruita nel 1898, quando la ferrovia arrivò qui.
La partenza del treno era alle ore 7.55, le 2.55 ora di Mosca. Bisogna fare molta attenzione agli orari riportati nelle stazioni in quanto, per i treni a lunga percorrenza, viene sempre riportata l’ora di Mosca.
Nel primo tratto la ferrovia costeggia il lago: un susseguirsi di inquadrature mozzafiato, di una bellezza inimmaginabile per chi non le vede di persona. A scorci di acqua quasi completamente ghiacciata ne seguono altri con zone parzialmente sciolte dove i lastroni galleggiano in superficie.
Sul treno numerose donne del posto passavano con i loro cesti, colmi di pesce essiccato. Altre invece si presentavano all’apertura delle porte offrendo anche loro i prodotti tipici.
Un’altra cosa straordinaria è che sulle banchine di quasi tutte le stazioni della Transiberiana si trovano piccoli chioschi e spesso anche
bancarelle di autoctoni che vendono pesce (come il bajkal omul’), pirožki e altre specialità locali.
Le fermate spesso hanno una lunga durata e i passeggeri possono scendere dal treno. In molte stazioni sono presenti piccoli supermercati per l’acquisto di prodotti di prima necessità.
Inoltre, in caso di soste particolarmente lunghe, si può visitare brevemente la città.
Ulan Ude
Ulan Ude è situata nella Siberia meridionale sul fiume Uda, quasi al confine con la Mongolia ed è la capitale della repubblica autonoma dei Buriati. È la prima città decisamente asiatica per chi proviene da Mosca.
Nell’ampia piazza centrale abbiamo visto la statua raffigurante la testa di Lenin, impressionante per le gigantesche dimensioni. In effetti si tratta della statua più grande del mondo.
A circa 40 chilometri dalla città sorge il monastero buddista Ivolginsk, culla del patrimonio buddista tipico della regione. Siamo andati a visitarlo, accompagnati dalla nostra guida.
Varcata la soglia ci si immerge in un mondo sconosciuto e, forse, per molti incomprensibile. In ogni modo si respira un’aria di serenità e tranquillità percepibile anche dai più scettici.
Tra i numerosi templi dai caratteristici tetti a pagoda, le pensiline con i cilindri rotanti per le preghiere, si aggirano i monaci nelle loro divise rosso scuro.
Verso l’Oceano Pacifico
Ed ecco arrivare il mitico Rossja! Saliamo nella carrozza n.3 e ci sistemiamo nello scompartimento da noi prenotato. Il treno è molto bello e confortevole: sedili in similvelluto azzurro-turchese, comodi armadietti per riporre gli oggetti da tenere sempre a portata di mano, presa di corrente, luci per ciascun passeggero.
Samovar sempre acceso nello spiazzo adiacente il corridoio così da consentire a tutti di prepararsi un the caldo a qualsiasi ora.
Le ore del pomeriggio e della sera scorrono in compagnia del rumore del treno che avanza nell’immensità della Siberia, in mezzo al nulla.
Abbiamo cenato nella carrozza ristorante, molto confortevole, che offre piatti con cibi freschi caricati nelle varie stazioni.
Guardare fuori dal finestrino è una continua sorpresa: tratti immensi di taiga sconfinata si succedono a distese di steppa dove sorgono isolati villaggi formati da casette di legno. E poi depositi di legname, fiumi ancora parzialmente gelati, incendi più o meso estesi…. Insomma, caccia all’immagine seppure con la difficoltà dei riflessi sul vetro e non solo: sul più bello ci si mettono anche i treni che passano in senso opposto, frequentissimi quelli merci e di una lunghezza esasperante! Sono arrivata a contare 73 vagoni!
Prima di Khabarovsk (km 8.523) il treno imbocca il ponte sull’Amur, lungo 2,6 km.
Le ultime 13 ore a bordo del treno solitamente si trascorrono di notte. In alcuni punti i binari scorrono a soli 10 km dal confine cinese.
Verso l’alba, intorno al km 9.245, si scorge per la prima volta l’Oceano Pacifico, guardando verso sud.
E poi, al km 9.288, ecco Vladivostok! Prima di lasciare la stazione è interessante ammirare la vecchia locomotiva parcheggiata sul binario accanto al monumento che ricorda la fine della costruzione della linea ferroviaria.
Vladivostok
Vladivostok è una bella città, con ampi viali fiancheggiati da case signorili in stile classico e dai tipici colori tenui della Russia che ben si armonizzano con costruzioni moderne. La città sale e scende di continuo arrampicandosi sulle alture che circondano la baia del Corno d’oro.
Siamo saliti al punto panoramico dal quale si domina tutta la baia, solcata dal grandioso ponte che collega la città con l’isola Russkij, ancora in fase di ultimazione (sarà completato da lì a pochi mesi, nel luglio 2012. È il più alto ponte sospeso al mondo, grazie alle sue torri di 327 metri. La lunghezza dei cavi tesi è di circa 55 chilometri).
Dopo essere scesi con la funicolare abbiamo visitato gli altri punti di interesse che offre la città: la grande piazza con il monumento ai caduti e il museo del sottomarino in essa situato; la passeggiata sull’Oceano che si può raggiungere percorrendo la zona pedonale e il museo oceanografico.
Purtroppo le condizioni meteorologiche non ci hanno consentito di prendere il traghetto e, attraverso il Corno d’oro, raggiungere l’isola di Russkij, come consigliato in molte guide turistiche.
Da ultimo, la casa natale di Yul Brynner, trasformata in museo.
Siamo arrivati alla fine di quest’avventura straordinaria sulla linea ferroviaria più lunga del mondo: ci aspettano nove ore di volo per Mosca.
È stato un viaggio indimenticabile sui vagoni della Transiberiana che attraversa territori per la maggior parte desolati e incontaminati riservando sensazioni sorprendenti e del tutto inaspettate per chi lo compie.
La Siberia evoca solitamente solo ghiaccio, distese senza fine, una terra dalla quale è meglio tenersi lontano. Tutto il contrario! La Transiberiana l’ha resa mitica, un mito che nasce da uno stupefacente progetto, quello di collegare Mosca a Vladivostok attraverso paesaggi spesso impervi, con difficoltà continue: laghi e fiumi giganteschi, foreste di migliaia di chilometri senza traccia di vita, pianure senza fine e gelate per gran parte dell’anno. Siamo di fronte a un’impresa incredibile! E incredibile è il rumore del treno che scorre nel nulla, che ti accompagna di giorno ma soprattutto nel buio della notte, la convivenza che trasforma presto gli ospiti in una allegra brigata, il pranzo acquistato sulla banchina di una stazione e preparato dalle donne che abitano nelle vicinanze della linea ferroviaria….. Non si finisce mai di stupirsi. Un mondo così lontano dal nostro ma affascinante e ricco di emozioni e sorprese. Noi, sempre affannati e frenetici, ci troviamo immersi in una calma surreale che parrebbe insopportabile. Invece, si vorrebbe che il viaggio non finisse mai!