Fenis, il castello delle meraviglie

Il vostro viaggio può iniziare uscendo al Casello Nus” dell’Autostrada per una visita allo stupendo Castello di Fenis. Il castello medievale è tra le più belle e scenografiche costruzioni della Valle d’Aosta, che colpisce per la complessità della struttura, dotata di doppia cinta muraria e di numerose torri. Appartenuto alla nobile famiglia degli Challant-Fenis, vassalla dei Savoia, fu costruito tra il 1320 e il 1421. Dall’inizio del Settecento ebbe numerosi altri proprietari, ma iniziò anche un periodo di decadenza fino a quando nel 1895 diventò proprietà dello Stato Italiano che curò un lento ma costante restauro. Oggi è una delle maggiori attrazioni turistiche della regione. Anche voi potete visitarlo, ma con l’avvertenza che si può solo con visite guidate, alle quali ci si può aggregare con preventiva prenotazione.

Castello di Fenis

Castello di Fenis: vista dall’alto

Castello di Fenis

Castello di Fenis: Cortile interno

Aosta, città “augustea”

Conclusa la visita al Castello di Fenis riprendete l’Autostrada ed uscite al “Casello Aosta” ed entrate subito in città. Il territorio della zona fu abitato dalla popolazione dei Salassi che furono sconfitti e sottomessi dai Romani. Al tempo di Augusto (al potere dal 27 a.C. al 14 d.C.) fu costruita Augusta Praetoria (da cui poi il nome Aosta), che assunse un ruolo strategico importante perché si trovava alla confluenza delle vie del Piccolo e del Gran San Bernardo che collegavano la Pianura Padana alla Gallia. L’importanza attribuita alla città è provata dalle numerose opere realizzate in quell’epoca: Arco di Augusto, Teatro, Ponte e Cinta Muraria. Nel Medioevo passò sotto il dominio degli Ostrogoti, dei Longobardi e dei Franchi, periodo nel quale Carlo Magno volle sviluppare nella valle la Via Francigena per il pellegrinaggio dall’Europa del Nord verso Roma. Quando nel 1003 nacque la Contea di Savoia, Aosta seguì le sorti della famiglia fino all’Unità d’Italia del 1861. Oltre ai monumenti romani già citati si può segnalare come degna di interesse la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Conclusa la visita potete imboccare la SS. 26 per recarvi alla Cooperative De L’Enfer di Arvier, a conclusione del vostro viaggio.

Arco di Augusto Aosta

Aosta: Arco di Augusto

Teatro romano Aosta

Teatro romano Aosta

Cattedrale di Santa Maria Assunta Aosta

Cattedrale di Santa Maria Assunta Aosta

Storia dell’Enfer, “vino dell’inferno”

Nella zona della cittadina di Arvier da tempo si produceva vino di Petit Rouge da piccoli produttori per uso locale. Ma nel 1972 il vino ricevette la DOC (Denominazione di Origine Controllata) e nel 1978 nacque la Cooperative De L’Enfer che si propose l’obbiettivo di dare dignità qualitativa alla produzione locale e di ottenere un vino di qualità grazie ad un disciplinare meditato e rigoroso. Questo vino viene prodotto solo nel territorio di Arvier a destra ma soprattutto a sinistra del fiume Dora Baltea. La motivazione della scelta del nome è dovuta la fatto che i vigneti a terrazzamenti si innalzano fino alle pareti delle montagne e il riverbero delle rocce d’estate crea un’atmosfera infuocata. I terreni di origine morenica hanno una buona percentuale calcarea e contribuiscono ad elevare la qualità del vino che è diventato uno dei prodotti più significativi della regione. La fermentazione viene effettuata in vasche di acciaio e l’affinamento in grandi botti di rovere.

Caratteristiche dell’Enfer

Il vino Enfer si ottiene da uve di Petit Rouge (85%) e da uve di vitigni a bacca rossa della zona di Aosta (15%). Ha un colore granata, profumo delicato e sapore corposo che tende leggermente all’amarognolo. Si hanno due versioni: quella nomale deve avere un invecchiamento di 5 mesi e una gradazione minima di 11,5; la Superiore un invecchiamento di 8 mesi e una gradazione minima di gradi 12,5. L’Enfer si può invecchiare anche fino a 5 anni e sul mercato si trova con gradazioni di 13-14 gradi.

Grappolo di Petit Rouge

Grappolo di Petit Rouge

Abbinamenti

Per l’alta gradazione alcoolica l’Enfer si abbina bene con carni bianche e rosse, i vari tipi di pollame e con selvaggina. E’ anche indicato per formaggi stagionati e alcuni sostengono che si accompagna bene con la fontina locale. Pertanto si può certamente bere con un piatto tipico valligiano, cioè la “Fonduta Valdostana”.

Fonduta Valdostana

Fonduta Valdostana

Storia della Cooperative De L’Enfer

L’Enfer nella zona di Arvier si produceva da tantissimo tempo e per le sue ottime qualità nel 1972 ricevette la DOC (Denominazione di Origine Controllata). Nel 1978 nacque questa cooperativa che riunisce più di cento piccoli produttori e che ha assunto il compito di organizzare il processo produttivo e la commercializzazione finale del vino. Nel 2008 la cooperativa ha stabilito accordi con tre importanti cantine del luogo (Co-Enfer, Cave de Vin Blanc e Crotta di Vigneron) per coordinare gli sforzi comuni, ridurre i costi di attività e per meglio organizzare la produzione enologica locale. In questa prospettiva è molto utile l’impegno della Cooperativa per l’accoglienza dei visitatori che vogliano partecipare ad una degustazione di vini valdostani e soprattutto dell’Enfer. Anche voi potete fare questa interessante esperienza di gusto presso la Cooperative per dare un’interessante conclusione al vostro viaggio.

Produttori di Enfer

Loading...
Loading...