Domenica 11 agosto
Percorso abbastanza breve di circa 280 km per raggiungere Alquezar.
Lungo la strada abbiamo fatto sosta per visitare 3 cattedrali: Lleida, Monzon e Barbastro e i tempi di percorrenza si sono conseguentemente allungati. Purtroppo poi non abbiamo potuto entrare in nessuna delle tre cattedrali perché dalle 13 alle 17.30 è tutto chiuso per il caldo torrido.
Abbiamo toccato i 43 gradi… un po’ di ristoro viene dai getti leggeri di acqua lungo le strade per dare sollievo a chi le percorre (invero pochi quelli del luogo occupati nella doverosa siesta). In cambio abbiamo visto e fotografato angoli particolari di vita (immaginata! Ahahah).
Paesi d’altri tempi in una vallata ricca di vigne e di cantine oltre che di alberi da frutta e di olivi che offrono macchie di verde nel terreno arido e giallo che che si distende per km e km.
Suggestione di immagini inusitate affondate nella calura.
Il campeggio invece è tutta una sorpresa: all’insegna dello sport è attrezzato in una essenzialità primitiva legata a una vita “spartana” di chi misura le proprie forze nella canoa o nel rafting. Cammini impervi e gole da sfidare. Sembra di essere in altro tempo quando serviva la pila per spostarsi la sera, quando tavolate univano estranei non più tali solo per essere tutti amanti di questa vita, quando si sentiva uno spirito comune che sembrava contraddistinguere gli amanti del vivere all’aperto.
Domani invece ci aspetta Alquezar patrimonio dell’Unesco…
Lunedi 12 agosto
Giornata all’insegna dello sport consona all’ambiente.
Unico modo per raggiungere Alquezar è… camminare… sono solo 3000 passi, ma in salita e con il caldo di questi giorni con temperature che non scendono sotto i 37 gradi… 3000 passi sembrano non finire mai.
Unico ristoro viene dalle zone di ombra dove sembra di respirare un po’.
Il panorama che offre il sito UNESCO, tuttavia, ripaga della fatica e il paesaggio lungo la strada offre immagini davvero suggestive. Il fiume Vero scorre con le sue gole e i suoi anfratti, percorso dagli sportivi che vengono in questa zona proprio per rafting e canoa.
I negozi di mute e i corsi offerti dalle guide sono chiaro segnale di intensa attività di turismo sportivo.
Alquezar è un vero gioiello e le foto non riescono neppure a rendere l’emozione della storia che si respira in ogni pietra e in ogni ombra. I restauri e le nuove costruzioni sono sintoni al clima medievale e alle sue tracce.
Domani si riprende la strada verso Saragoza con sosta a Huesca.
Ma prima di lasciare questo campeggio facciamo qualche foto che metta in risalto la dimensione umana e ecologica della sua struttura: essenziale, ma ben organizzata.
Martedì 13 agosto
Il viaggio continua. Abbiamo lasciato il campeggio stamattina intorno alle 8 e mezza e ci siamo letteralmente avventurate in una strada di campagna, stretta e in mezzo al nulla per almeno una trentina di chilometri, incrociando a fatica le macchine.
Il paesaggio si snoda in una campagna ricca di ulivi già carichi di frutti, di raccolte di fieno in balle sovrapposte per parecchi metri in altezza…
Finalmente sullo sfondo compare Huesca con il profilo della sua cattedrale.
Sono giornate di festa per San Lorenzo il patrono della città: si sentono dalla Plaza de toros alzarsi i cori…lungo le strade la gente in abito bianco e fazzoletto verde…
Questa sera festa grande con palco e musica, fuochi d’artificio, street food…
Noi visitiamo il centro e riempiamo gli occhi, l’animo e i pensieri di storia e arte …
Nel pomeriggio raggiungiamo Saragozza che ci accoglie con una forte grandinata, raffiche di vento e pioggia fortissima.
Dopo i 43 gradi di ieri ci si poteva aspettare questo temporale violento…
Domani altro giro altra corsa.
Mercoledì 14 agosto
Mattina in campeggio per pioggia che ha favorito la sistemazione del camper e il riordino.
Pomeriggio Zaragoza, vista dapprima in lungo e in largo con il pullman turistico che consente davvero un orientamento e una prima impressione generale dell’ambiente, e poi approfondita in luoghi mirati.
Le due cattedrali che si affacciano su una medesima vastissima piazza, del Pilar e Seo, rappresentano arte e storia di epoche diverse che si sono integrate e che in un certo senso hanno interagito nei secoli…
Stupore e meraviglia sono il minimo che si possa esprimere di fronte a tanta bellezza e a testimonianze impresse nelle pietre, nelle statue, nelle navate, nelle colonne…
Colpisce il valore internazionale o forse ecumenico della bandiere di tutti gli Stati che si sono legati alla cattedrale del Pilar e che ivi sono rappresentati.
Peccato invece non aver potuto scattare foto nella cattedrale Seo (solo qualche scatto rubato) perché è una magnificenza da immortalare anche nelle proprie pagine di diario.
Una città, Zaragoza, che potremmo definire “gentile” e “accogliente” in tutte le varie manifestazioni e contatti… una città abbastanza fuori delle rotte turistiche che ha potuto conservare il suo fascino e una umanità straordinari.
Una città di elezione che io personalmente ricordavo, ma che si è espressa anche dopo il 2008 in una modernità ben integrata nella sua grande storia. Una città d’elezione europea con i suoi Musei, i suoi parchi, la sua storia e la sua innovazione…
Giovedì 15 agosto
Il tempo scorre veloce su di noi, sugli eventi, sulla storia…
Oggi la storia che percorriamo è quella romana che ha lasciato le sue tracce forti, determinate, riconoscibili nella Zaragoza sotterranea: nel Museo, nelle Terme, nel Teatro, nel porto fluviale.
Una grandezza quella romana che ha “conquistato” terre così lontane trasformandole in Colonie dell’impero, fonti di risorse di ogni tipo.
Il nome di Zaragoza fu Caesaragusta in onore del grande imperatore… e la ricchezza dell’area è decisamente evidente dai resti che la città ha saputo valorizzare in una sapiente opera di restauro.
Oggi, dunque, abbiamo vissuto un anticipo del terzo periodo del nostro itinerario, quello destinato appunto proprio alle testimonianze e alle tracce delle conquiste della grande Roma…
I documentari, le modalità espositive, le creazioni di ambienti, le ricostruzioni, la sapiente comunicazione testimoniano il grande interesse per l’arte e la storia di questa Nazione.
Purtroppo, in ogni spazio espositivo ci hanno detto che non dispongono di presentazioni, flyer o dépliant nella nostra lingua perché pochissimi sono i visitatori italiani…
Peccato perché questa città è davvero speciale!!!
Circa 650.000 abitanti come Palermo, più o meno, o Genova (per avere dei termini di paragone) in un territorio molto più vasto che le conferisce l’aspetto di grandiosità, valorizzato anche dal fiume Ebro sul quale è sorta.
Nel pomeriggio relax sul prato della piscina in campeggio per prepararci alla tappa di trasferimento piuttosto lunga: circa 330 km, fino a Cuenca, patrimonio dell’umanità.
Alla prossima tappa!!! Lasciamo questo campeggio cittadino municipale molto grande e pur se essenziale, con dotazioni di servizi e spazi comuni molto importanti: oltre la piscina, campi sportivi, aree attrezzate per i giochi dei bambini, barbecue a disposizione e grandi tavoli, servizi numerosi al coperto per i periodi invernali, tende in affitto, bungalow, reception aperta fino alle 23, ristorante bar… certo senza animazione perché per impostazione cittadina.
Venerdì 16 agosto
Abbiamo lasciato il campeggio di Zaragoza per dirigerci verso Cuenca, Patrimonio dell’umanità, passando da Teruel e Albarracin altrettanto speciali…
Ma, oltre all’interesse verso queste località di grande attrattiva, particolare suggestione ha creato la strada per raggiungerle… nella Sierra, tra montagne aride, salendo e scendendo, curve dopo curve, tra terre aride e passaggi rigogliosi, lungo torrenti o fiumi più o meno ricchi d’acqua, passando da paesi unici nella loro struttura…
Avevamo pensato di puntare da Albarracin direttamente a Cuenca nella strada che corre tra le montagne, ma alcuni abitanti locali ce lo hanno sconsigliato suggerendo l’opportunità di ritornare da Teruel per imboccare una strada meno impegnativa con alcuni passaggi troppo stretti per il camper. Purtroppo, questa decisione, che forse è stata troppo precauzionale, ha determinato un ritorno completo sul percorso già fatto per poi intraprendere quello nuovo suggerito a partire dall’inizio.
E dunque di molto si è allungato il viaggio, ma con il piacere incredibile di paesaggi mozzafiato… che non si potranno certo dimenticare.
Alabarracin in particolare è ricco di suggestioni e Cuenca, dove siamo giunte in serata, sarà la meta domattina da scoprire con tutte le sue opportunità.
E intanto l’itinerario continua….
Sabato 17 agosto
Giornata che non si potrà mai dimenticare per la bellezza e la suggestione dei luoghi, per l’emozione dell’arte, per i pensieri ispirati dalla musica e dalla voce nella cattedrale di Cuenca.
Città moderna di circa 60.000 abitanti che conserva e valorizza al suo interno un patrimonio dell’umanità in tutto il suo splendore. Un gioiello quasi nascosto e così difficile da raggiungere che si svela in tutto il suo splendore proprio come in uno scrigno.
In questo paesaggio della Sierra si alternano la natura e le testimonianze del passato ancora vive e palpitanti.
Sul fondovalle scorre lentamente un fiume verde quasi denso e gonfio di colore solcato da alcune canoe, mentre gli appassionati del trekking e delle arrampicate possono esprimere tutte le loro ambizioni…
Abbiamo cominciato il percorso a piedi dal punto più alto verso la Plaza Mayor, percorso breve così intenso che nessuna foto può rappresentare in modo significativo e che trova il momento culminante all’interno della cattedrale dove due musicisti con strumenti d’epoca medievale e una voce narrante hanno letteralmente estasiato i visitatori che con il loro cell seguivano le varie tappe della visita.
Abbiamo registrato il brano che anche solo nel primo minuto può coinvolgere e appassionare che desidera immergersi in questa narrazione.
Certo lontani dagli itinerari turistici in una Spagna che si deve cercare, ma che regala il senso dell’itinerario: viaggiare per scoprire, scoprirsi, capire, o solo intuire, valori della storia e dell’arte, dell’umano andare, del destino di ciascuno…