Lecce, la “Signora del Barocco”

Potete iniziare il vostro viaggio percorrendo la SS 613, Brindisi-Lecce, e nella parte finale entrate a Lecce per una visita alla città. Il territorio del Salento fu abitato dai Messapi, popolazione proveniente dall‘Illiria (regione sull’altra sponda dell’Adriatico), ma la leggenda narra che Lecce fu fondata verso il 1200 a.C. da Malennio, si diceva discendente di Minosse, che introdusse la cultura greca in città, che allora si chiamava Sybar. Nel III secolo a.C. Roma la conquistò insieme alla vicina Rudiae, patria del grande poeta latino Ennio. Sybar cambiò nome in Lupiae, diventato in seguito Lipiae da cui Licce e poi Lecce. La dominazione romana lasciò tracce nel foro, nel teatro e nell’anfiteatro. Lecce rimase sotto il dominio dell’Impero di Bisanzio, dei Longobardi e dei Saraceni fino alla conquista dei Normanni nell’XI secolo. Al tempo dei Normanni la città acquistò importanza perché diventò capitale della Contea di Lecce. Seguì poi la dominazione degli Angioini che crearono il Regno di Napoli del quale fece parte il Salento. Anche in seguito sotto la dominazione di Spagna Lecce svolse un ruolo molto importante come centro di scambi commerciali e Carlo V nel Cinquecento fece costruire una nuova cinta di mura e un castello per difenderla dalle incursioni dei pirati saraceni. La dominazione spagnola lasciò profonde tracce in città soprattutto nello sviluppo dello stile Barocco degli edifici cittadini, tanto che Lecce è stata definita la “Signora del Barocco”. Monumenti significativi della città sono la Basilica di Santa Croce, il Duomo e il Castello. Conclusa la visita di Lecce, uscite dalla città ed entrate nella SS 7ter, Lecce-Taranto, per recarvi a Salice Salentino.

Lecce: Basilica di Santa Croce

Lecce: il Duomo

Lecce: il Castello di Carlo V

Salice Salentino

Salice è un piccolo comune che però ha antiche origini. In un documento del 1102 si fa riferimento a questo luogo come ricco di salici e di un Casale che poco alla volta si ingrandì, dichiarato centro di una Baronia che ebbe diverse famiglie nobili del luogo come titolari, fino agli Enriquez, principi di Squinzano, e ai Filomanni, duchi di Cutrofiano. Il borgo poi seguì nelle epoche successive il destino di tutto il Salento. Monumenti interessanti di Salice sono la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta e il Castello Monaci. Dopo una breve visita al borgo recatevi all’Azienda Vinicola Leone de Castris, in Via Senatore De Castris 26 di Salice per una visita di degustazione che conclude il vostro viaggio.

Salice Salentino: Chiesa Madre di Santa Maria Assunta

Salice Salentino: Castello Monaci

Storia del vino Negroamaro

Si hanno notizie incerte sull’origine del vitigno Negroamaro e secondo tradizione si dice che esso fu importato nei tempi antichi dai colonizzatori greci. Le uve di questo vitigno hanno una forte componente zuccherina che assicura un’alta gradazione alcoolica e per tale motivo in passato questo vino veniva esportato come “vino da taglio” per le azienda del Nord Italia e della Francia. Ma da qualche decennio i produttori locali si sono impegnati in un’attività di ricerca per esaltare le notevoli doti del vitigno ed oggi la produzione del Negroamaro è una eccellenza dell’enologia pugliese. Il Negroamaro è un vino tipicamente salentino tant’è vero che nel passato veniva chiamato “vino leccese”. Il vitigno ha trovato luogo ideale nel Salento a causa del clima caldo e asciutto e per la presenza di terreni calcarei del territorio. La fermentazione viene effettuata in silos di acciaio e l’affinamento per almeno sei mesi in botti di legno o in barriques. I comuni di coltivazione del vitigno Negroamaro sono, a Nord di Lecce, Squinzano, San Donaci, Campi Salentina e Salice Salentino; quelli a Sud di Lecce, Copertino, Nardò, Galatina e Cutrofiano.

Caratteristiche del Negroamaro

Il vino si ottiene solo d uve del vitigno Negroamaro. Ha un colore rosso scuro che tende al nero, un profumo intenso, vinoso, tendente al fruttato e un sapore corposo, armonioso ma leggermente amarognolo. Il vino ha una gradazione tra i 13,5 e i 15 gradi e può essere invecchiato fino a 10 anni.

Grappoli di uve Negroamaro

Abbinamenti

Il Negroamaro è un vino corposo che si abbina bene con piatti molto saporiti come pasta al ragù di cinghiale, con formaggi stagionati e con carni rosse e selvaggina al forno o alla brace. Molti chef per questo vino propongono l’abbinamento con agnello al forno.

Agnello al forno

Storia dell’Azienda Vinicola Leone de Castris

La storia dell’azienda iniziò nel lontano 1665, quando Oronzo Arcangelo dei Conti di Lemos decise di utilizzare i suoi terreni per produrre vini che venivano esportati anche nei paesi europei. Tra i discendenti del fondatore nel 1925 si celbrò il matrimonio tra Piero Leone Plantera e Lisetta de Castris e così nacque l’attuale azienda Leone de Castris dalla fusione dei due cognomi, che nel 1943 produsse il famoso vino rosato Five Roses. In esguito l’azienda fu condotta dal loro figlio Salvatore Leone de Castris che ampliò notevolmente l’attività produttiva. Sul finire deldegli anni ’60 del secolo scorso la direzione passò a Salvatore ed infine da più di vent’anni l’azienda è condotta da Piernicola. L’azienda ha anche ampliato la sua produzione con vitigni francesi, ma è sempre rimasta fortemente legata alle produzioni tipiche salentine come il Negroamaro, il Primitivo, l’Aleatico e la Malvasia nera. Il successo dell’azienda è assicurato dallaesportazione dei suoi prodotti nei paesi europei e internazionali. L’azienda organizza visite di degustazione alle quali potete partecipare con opportuna prenotazione presso la sede storica di Via Senatore De Castris 26, di Salice Salentino.

Produttori di Negroamaro

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