Alessandria, “patria” del Borsalino
Per questo viaggio potete uscire al Casello Alessandria Ovest dell’Autostrada A1 per una visita alla città. Il territorio della città era abitato fin dai tempi del popolo dei Liguri e della conquista dei Romani della Pianura Padana, ma Alessandria come città nacque in pieno Medioevo. Alla metà del XII secolo l’Imperatore Federico Barbarossa volle imporre il suo potere su tutti i liberi comuni dell’Alta Italia, i quali per resistere alle pretese del sovrano crearono la Lega Lombarda e fondarono Civitas Nova alla confluenza dei fiumi Tanaro e Bormida. Nel 1168 questa nuova città aderì ufficialmente alla Lega e due anni dopo si offrì al Papa Alessandro III e diventò feudo dello Stato della Chiesa: la città in onore del Pontefice prese il nome di Alessandria. Sconfitto il Barbarossa nella battaglia di Legnano (29 maggio 1176), si arrivò poi alla Pace di Costanza che impose il ritorno di Alessandria sotto il potere dell’Imperatore e fece parte del Marchesato del Monferrato. In seguito la città fu sottomessa da Carlo II d’Angiò ed infine cominciò a far parte del Ducato di Milano prima sotto i Visconti e poi degli Sforza. Ma quando il Ducato di Milano nel 1527 fu sottomesso dagli Spagnoli Alessandria ne seguì le sorti. La città perdette la sua autonomia ma diventò un centro molto importante negli scambi commerciali tra Genova e la Lombardia. Nel 1707 con il Trattato di Utrecht Alessandria fu assegnata ai Duchi di Savoia che la mantennero fino all’Unità d’Italia del 1861. Avvenimento storico molto importante fu la vittoria di Napoleone nella battaglia della vicina Marengo contro l’esercito austriaco (14 giugno 1800). Alessandria ebbe un grande sviluppo commerciale e industriale ed essa rimane famosa per il successo dell’Azienda Borsalino conosciuta per i suoi cappelli in tutto il mondo. Tra i monumenti più significativi della città si segnalano la Cattedrale dei Santi Pietro e Marco e il Palazzo del Municipio (Palazzo Rosso). Conclusa la visita uscite dalla città e imboccate la SP 31 per recarvi a Casale Monferrato.
Casale, “capitale” del Monferrato
Il Monferrato è una regione storica che nella forma di Marchesato ebbe un ruolo importante nella storia medievale. Esso oggi è diviso in due parti tra le province di Alessandria e Asti. Casale è stata a lungo il centro più importante del Marchesato svolgendo un ruolo politico molto importante. La zona della città era abitata anticamente dal popolo dei Liguri e poi diventò municipio romano. Subì poi le varie invasioni barbariche per tutto l’Alto Medioevo. Il nome di Casale compare per la prima volta in un documento del 988, quindi diventò libero comune, ma nel 1215 la città fu distrutta dall’alleanza dei comuni di Milano, Vercelli, Asti e Alessandria. Ricostruita subito la città si consegnò al Marchesato del Monferrato che nel XIV secolo fu governato dalla dinastia dei Paleologi, famiglia legata agli Imperatori Bizantini. Nel 1434 Gian Giacomo Paleologo trasferì la capitale del Marchesato a Casale che si ingrandì e diventò centro politico e commerciale di rilievo. Nel 1559 Casale e il Monferrato furono assegnati ai Gonzaga, duchi di Mantova, ed infine nel 1713 la città fu annessa al Ducato di Savoia che la mantenne fino al 1861, quando diventò parte delle Regno d’Italia. Monumenti importanti della città sono il Duomo di Sant’Evasio e il Palazzo San Giorgio, sede del Comune. Conclusa la visita di Casale uscite dalla città ed imboccate la SP457 per recarvi a Ozzano Monferrato presso l’Azienda Vinicola Valpane per una visita di degustazione a conclusione del vostro viaggio.
Storia della Barbera del Monferrato
Il vino Barbera è tra i più conosciuti e usati in Italia e si può quindi dire che è un vino tipicamente “popolare”. Il Piemonte è la regione “patria” della Barbera (è necessario usare il femminile dicono gli esperti) e addirittura sono stati creati nel 1970 tre diversi disciplinari DOC (Denominazione di Origine Controllata): Barbera d’Alba, di Asti e del Monferrato. Le differenze sono determinate dalla scelta di usare le uve Barbera in Purezza (100%) o in percentuale di 85%, con aggiunta di uve a bacca nera piemontesi. Nonostante la sua diffusione il vitigno Barbera si è affermato solo nel XVII secolo e si è molto diffuso nel corso dell’Ottocento, apprezzato per la sua robustezza e per l’abbondanza del frutto. Esso cresce bene in terreni argillosi calcarei che ne valorizzano le qualità. La Barbera del Monferrato è prodotto in quasi tutti i comuni della regione storica ed in particolare nei comuni dell’Alto Monferrato (più a Sud), Acqui, Ovada, Castelletto d’Orba, Capriata d’Orba e Castelnuovo Bormida; e nei comuni del Basso Monferrato (più a Nord), Casale Monferrato, Valenza, Vignale Monferrato, Mirabello Monferrato, San Giorgio Monferrato e Ozzano Monferrato. La fermentazione può essere effettuata in diversi contenitori, l’affinamento deve durare 14 mesi di cui almeno 6 mesi in botti di legno.
Caratteristiche della Barbera del Monferrato
Il vino si ottiene da uve del vitigno Barbera (85%) e da uve dei vitigni Freisa, Grignolino e Dolcetto (15%). Ha un colore rosso rubino intenso che tende al granato con l’invecchiamento, un profumo intenso fruttato e un sapore secco, corposo, con leggera acidità. Il vino deve avere una gradazione minima di 11,5 gradi, ma si trova in commercio a 13-14 gradi. Può essere invecchiato anche fino a 10 anni.
Abbinamenti
La Barbera del Monferrato è un vino di corpo “di tutto pasto” che si offre per una vasta gamma di abbinamenti: primi piatti di pasta anche ripiena, condita con burro e salvia, con ragù e risotti di vario tipo; carni bianche e rosse, soprattutto in umido, come il gran bollito piemontese, formaggi non molto stagionati e del tipo del Gorgonzola. Ma certamente l’abbinamento più indicato è un tipico piatto piemontese: la bagna cauda.
Storia dell’Azienda Vinicola “Cantine Valpane”
La nascita delle Cantine Valpane fu dovuta all’iniziativa di Pietro Giuseppe Arditi che nel 1902 comprò la tenuta e cominciò a produrre vini che ebbero tanto successo da essere esportati in Belgio e Svizzera. Il vecchio Arditi lavorò fino a 88 anni e poi la gestione dell’azienda passò alla figlia Lidia che seguì la tradizione paterna ma apportò novità ampliando la cantina e introducendo tecniche innovative di produzione enologica. Nei trenta ettari di vigneti si ottengono grandi risultati da un terreno argilloso-calcareo che valorizza i tipici vini piemontesi: Barbera, Grignolino e Freisa. L’azienda oggi è gestita da Pietro Arditi, nipote del fondatore, che con il suo lavoro meticoloso garantisce la prosecuzione della tradizione di famiglia con vini apprezzati dagli esperti e al mercato che assicura un sicuro successo all’azienda. Pietro è orgoglioso dei risultati ottenuti e proprio per far conoscere la bontà dei suoi vini organizza visite di degustazione che voi potete prenotare per sperimentare di persona la qualità della Barbera del Monferrato nella sede dell’azienda a Cascina Valpane 31 di Ozzano Monferrato.